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NON È UN ASSASSIN'S CREED!

  • Immagine del redattore: Connor1991
    Connor1991
  • 24 ott 2020
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 10 dic 2020


Questo sarà un altro di quegli articoli che probabilmente genererà discussioni infiammate e non piacerà a molti, ma vista l'enorme crepa che Assassin's Creed: Odyssey ha generato tra i fan non potevamo esimerci anche noi dal trattare il seguente, terrificante argomento: Odyssey non è un Assassin's Creed. Una dura sentenza che viene urlata dai fandom di tutto il mondo ogni qualvolta venga posta l'attenzione sull'odissea greca di Kassandra di Sparta, e che, ci tocca ammettere con amarezza, trova un consenso molto più largo di quanto dovrebbe.


Ma Assassin's Creed: Odyssey è realmente così lontano dal franchise al punto da non essere degno di farne parte? L'articolo di oggi porrà la sua attenzione proprio su questo argomento. Proprio per questo lanciamo un monito prima di proseguire: quanto verrà espresso non è da intendersi come opinione personale, ma come un'analisi concreta della realtà dei fatti.

In virtù di ciò riteniamo che quanto segue sia una verità del tutto oggettiva e insindacabile nella sua integrità; chiunque voglia provare a confutare questo articolo è libero di esprimersi portando le sue argomentazioni. Detto ciò, possiamo cominciare.

Commenti, i cui autori sono censurati, estratti da vari post e pubblicità di Assassin's Creed: Odyssey.

Già sin dal suo annuncio questo undicesimo capitolo aveva suscitato opinioni contrastanti, in quanto si pensava che Assassin's Creed: Origins, avendo narrato le antiche origini della Confraternita, avesse finalmente fissato un limite temporale ben preciso oltre il quale non si sarebbe potuto andare ulteriormente a ritroso. La scelta di un periodo storico come la Guerra del Peloponneso, in cui Assassini e Templari per come siamo abituati a conoscerli non esistevano ancora, causò inevitabilmente una frattura all'interno del fandom: tra stupore e indignazione, cominciò a trovare spazio l'opinione secondo cui questo capitolo greco non dovesse far parte del franchise. La successiva dichiarazione per cui il gioco si sarebbe incentrato maggiormente sulla Prima Civilizzazione e la loro eredità verso il mondo umano contribuì parzialmente ad appianare gli animi, ma non a far sparire il grande malcontento.


Alcuni addirittura avanzarono l'idea che il capitolo potesse essere trattato alla stregua di uno spin-off intitolato Odyssey: An Assassin's Creed Story. La motivazione alla base di questo malcontento generale era tanto banale quanto diretta: il titolo del franchise è Assassin's Creed, e non essendoci gli Assassini e tutta la loro iconografia il gioco in questione non poteva essere parte del franchise.

In altre parole potremmo dire che l'abissale ignoranza del fandom maggioritario riguardo ad Assassin's Creed lo ha portato ad escludere automaticamente un capitolo che, pur avendo indubbiamente dei difetti, porta un carico di lore e rivelazioni tali da classificarlo come uno dei più importanti. Non dei migliori, ma sicuramente tra i più importanti.

Gli Isu sono uno dei maggiori pilastri dell'intero universo narrativo; potremmo dire che tutto ciò che abbiamo visto finora ruota intorno a loro direttamente o indirettamente..

In primis perché che dir se ne voglia, ciò che tiene in piedi la gran parte di tutto l'universo narrativo sono proprio gli Isu e la loro eredità tecnologica e genetica. Basti solamente pensare che al centro di ogni maggior conflitto tra Assassini e Templari c'è sempre stato l'ottenimento o la reclusione di un Frutto dell'Eden o delle rovine di un tempio risalente a questa antica civiltà. Molte delle ascendenze di maggior di rilievo all'interno della Confraternita trovarono radici proprio negli Isu, motivo per il quale personaggi come Desmond Miles sono stati a lungo considerati speciali e preziosissime risorse da ambo gli schieramenti. Infine, per capire l'enorme importanza di questa civiltà ricordiamo che pur essendo una razza estinta da centinaia di millenni, sono in grado di influenzare il presente mediante la conoscenza di Calcoli e Codice. Giusto per farvi un esempio: l'intera avventura vissuta da Desmond e i suoi compagni Assassini nel 2012 è stata una macchinazione costruita ad hoc da Giunone affinché fosse liberata dalla sua prigione all'interno del Grande Tempio; e ancora nei capitoli più recenti abbiamo avuto modo di osservare come il volere degli Isu abbia influenza sul destino di Layla Hassan e sulle conseguenze delle sue scelte. Questa antica civilizzazione è insomma il vero Deus ex machina che sta dietro la secolare guerra ideologica tra Assassini, Templari e le altre fazioni ad essi associate, influenzando entrambe in maniera diretta o indiretta.


A questo punto si potrebbe anche dire che Assassin's Creed: Odyssey sia un capitolo del franchise a tutti gli effetti, in maniera assolutamente lampante. Il gioco infatti ci mette nei panni di Kassandra, nipote del re spartano Leonida I e diretta discendente della Prima Civilizzazione, la quale si imbarca in una epica odissea armata della Lancia dell'Eden che fu del suo eroico nonno. Sul principio di queste doti genetiche a dir poco straordinarie, un qualunque fan della saga dotato di una conoscenza in materia anche solo parziale, riterrebbe abbastanza normale che Kassandra sia in grado di compiere gesta del tutto inumane. Tra il suo repertorio di capacità rientrano parametri di resistenza e forza fisica estremi, sensi maggiormente sviluppati e una enorme affinità con i Frutti dell'Eden, tant'è che ella può sfruttare il potere della Lancia al suo più alto potenziale.


Il fatto che si possano generare onde d'urto fortissime o che Kassandra non subisca danno anche lanciandosi da altezze mortali trova contestualizzazione nella sua ascendenza divina; eppure uno dei punti di critica più insistenti nei confronti di questo undicesimo capitolo consiste proprio nell'esagerata presenza di abilità e creature non realistiche. A conti fatti però queste peculiarità ultraterrene sono semplicemente l'estremizzazione di tutti quegli elementi soprannaturali che negli anni siamo stati abituati a vedere. In altre parole non è niente di diverso da Rodrigo Borgia che riesce a levitare usando il Bastone dell'Eden, o da Ezio che creava suoi ologrammi usando la Mela o François-Thomas Germain che sparava raggi di energia usando una Spada.

Nell'esplorazione degli elementi tipici della mitologia greca è stato svolto un grandissimo lavoro di contestualizzazione all'interno della storia degli Isu, al punto che creature come Medusa sono state rese loro esperimenti genetici segreti.

Quanto eseguito da Odyssey è semplicemente accentuare una corposa serie di situazioni ed elementi che fino a quel momento erano stati trattati solo marginalmente; diciamoci oltretutto la verità: prima o poi un capitolo simile avremmo dovuto giocarlo, anche perché una grande parte del fandom ha sempre desiderato una maggiore inclinazione sull'argomento Precursori ed i misteri ad essi associati. E non si potrebbe mai indagare un simile pilastro della lore senza calcare maggiormente la mano sugli aspetti mitologici delle civiltà antiche, una scelta che è stata oggetto delle più aspre critiche, una su tutte quella di aver deviato su elementi troppo fantasy e lontani dalla verosimiglianza storica a cui ci ha sempre abituato la serie. Anche qui come nel paragrafo precedente, ribadiamo che si è semplicemente trattato di esplorare più a fondo il comparto narrativo della Prima Civilizzazione intrecciandolo coerentemente con la tradizione di miti e leggende dei greci. Creature come il ciclope o la gorgone diventano quindi il frutto del Progetto Olimpo, una decaduta sperimentazione genetica degli Isu salvata all'interno di manufatti in grado di mutare gli umani che vi entrano in contatto.


Questo connubio tra lore e mitologia trova la sua massima espressione nel corso delle avventure di Kassandra tra i Regni Fratelli ed in particolare nella mitica Atlantide, dove veniamo abbiamo avuto modo di osservare parte della civiltà degli Isu, della loro cultura e del loro sistema socio-governativo, ottenendo preziosissime informazioni come le origini del genere umano tramite il Progetto Anthropos e la nascita di Eva!

Ma non è solo lore, perché una particolare attenzione va rivolta anche alle tematiche sulle quali si incentra la trama: l'epopea di Kassandra ruota infatti attorno ad un concetto di stirpe, uno degli argomenti centrali dell'intero universo narrativo in quanto come abbiamo sottolineato sopra, molte delle linee di sangue più importanti che conosciamo discendono dai Corrotti; il desiderio di libertà perpetrato da proto-Assassini come Darius - magistralmente recuperato dai meandri della lore - sembra quasi trovare una eredità nelle generazioni future, in quanto entrambi si sono infine rivelati antenati di Amunet, una delle più celebri Assassine della storia.

Il recupero e l'ampliamento di vecchi personaggi come Darius e Pitagora non solo indicano un buon grado di rispetto nella lore, ma rievocano anche il tema della stirpe e dell'ascendenza quale parte dei temi portanti di Assassin's Creed.

Altra tematica fondamentale rilanciata da Odyssey è la costante dicotomia filosofica tra Confraternita e Ordine, che come abbiamo evidenziato in precedenza è frutto di una rottura nell'equilibrio universale tra caos e ordine. Tale frattura fu causata proprio dal lascito genetico e tecnologico degli Isu che, con il suo immenso potere, corruppe il cuore degli uomini spingendoli a inseguire sogni di dominio e controllo. Il finale nel presente mette infine in evidenza che perché l'umanità possa vivere, né Assassini né Templari, e quindi il caos o l'ordine, dovranno trionfare nella loro guerra: l'equilibrio universale deve essere ripristinato e ciò sembra essere possibile, secondo le ultime parole di Kassandra a Layla Hassan, solo mediante la distruzione di tutta l'eredità degli Isu.

Capite quindi che da queste informazioni l'odissea greca sembra aver già anticipato l'ineluttabile gran finale di Assassin's Creed.


Ed a questo punto la domanda sorge spontanea: come può un capitolo così carico di significato, di personaggi come Pitagora risalenti a giochi ritenuti ormai sepolti, che va a toccare tematiche di così grande complessità e importanza, non essere considerato un Assassin's Creed?

Scolpite la risposta nella vostra mente: questo franchise non ha necessariamente bisogno di un Assassino, di un cappuccio o una lama celata per essere degno del suo nome, perché negli anni ha costruito attorno a sé un compendio di storie, emozioni, significati e temi tale da porgli pochi se non nessun limite.

Non tutti saranno in grado di apprezzare un qualcosa di così impegnato e ancora meno sapranno riconoscere il valore di capitoli come Odyssey, che pur avendo moltissimi difetti, rimane comunque sia un Assassin's Creed degno di questo nome. Non riconoscere questo significa non aver capito niente assolutamente niente, di Assassin's Creed.


Ringraziamo tutti i lettori giunti alla fine dell'articolo.

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