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HAVI - L'ÆSIR CHE SFIDÒ GLI DEI GRECI

  • Immagine del redattore: Connor1991
    Connor1991
  • 14 gen 2021
  • Tempo di lettura: 15 min

Aggiornamento: 3 apr 2021



Ndr: il termine Idromele scritto con iniziale maiuscola è volto ad indicare il settimo metodo di salvezza, mentre idromele con iniziale minuscola indica la bevanda alcolica. Inoltre, una menzione d'onore al nostro admin kingdomgio per aver costruito una spiegazione coerente per la Fonte di Mimir ed aver supportato in generale la stesura dell'articolo.


 

Tra le numerose storie che abbiamo vissuto a fianco del Morso di Lupo quelle a carattere mitologico rivestono indubbiamente un ruolo di primo ordine, dato che la suggestione dei panorami di Asgard e Jotunheim, con il loro fascino mistico e la loro moltitudine di storie, hanno contribuito a mostrare il paganesimo norreno in tutta la sua poderosa quantità di divinità e leggende.

Ma sappiamo molto bene che, in realtà, tutto quel che è stato tramandato all'uomo come mito ed epopea non è altro che l'ombra degli accadimenti avvenuti nell'epoca degli Isu, antica razza di umanoidi estremamente avanzati e la cui ombra si staglia ancora sul genere umano e sulla sua storia.


Dal video de La Verità Occulta possiamo infatti scoprire come Eivor fosse in realtà la reincarnazione dell'Isu Odino, anche conosciuto come Havi; conseguentemente la letteratura di memoria genetica a noi nota impone che Eivor custodisca nei suoi geni anche i ricordi dell'antico Isu. Questi emersero durante i viaggi onirici compiuti dalla drengr grazie alle pozioni di Valka, manifestandosi nella sua mente mediante una forte metafora mitologica. Ad avere un'enfasi particolare sembra essere proprio il viaggio nel regno dei giganti, estremamente denso di riferimenti alla storia Isu già nota ma caratterizzato anche da sconvolgenti novità. Scopo di questo articolo sarà proprio quello di sgrezzare quest'aura metaforica e di portare alla luce quella parte di storia Isu legata ad Havi, gli Æsir e il regno dei giganti!


"I fratelli combatteranno e si uccideranno l'un l'altro. La dimora degli dei si farà rossa di sangue. Sarà l'era delle tempeste. L'era... dei lupi! [...] Il lupo Fenrir ululerà orribilmente davanti ai cancelli di Hel. La bestia si libererà e correrà via. [...] Allora giungerà la seconda tragedia. Quando l'Havi darà battaglia al lupo... e Fenrir lo ucciderà!"

Assassin's Creed Valhalla_Odino/Havi e le Norne
Havi mentre riceve la profezia dalle tre Norne: Urdr, Skuld e Verdandi. Mitologicamente esse equivalgono le moire greche, ovvero predicono il fato.

Tutto ebbe inizio ad Asgard, dove la primissima scena mostra le Norne pronunciare la fatidica profezia: una catastrofe che avrebbe portato alla distruzione di tutto il creato e degli Æsir, durante la quale il re Havi cadrà contro il feroce lupo Fenrir. Immaginando Asgard come un vero e proprio regno degli Isu governato da Odino (al pari di Poseidone e la sua Atlantide), potremmo allora dedurre che il mitico Ragnarök sia una chiarissima allusione alla Catastrofe di Toba.

Più articolata è la questione delle Norne, la cui risaputa capacità profetica sarebbe imputabile esclusivamente ai Calcoli, ovvero i processi matematici mediante i quali gli Isu erano in grado di leggere il Codice e calcolare i futuri più probabili. Tale tecnica di divinazione venne scoperta da Minerva e adoperata dalla Triade Capitolina come quarto dei sei metodi di salvezza elaborati per sventare il grande cataclisma.


Per la precisione, a un primo, fallimentare tentativo di cambiare fisicamente le realtà future manipolando il Codice stesso, seguirono tentativi di prevenire la Seconda Catastrofe che sarebbe avvenuta nel 2012, lasciando dei messaggi nel loro presente. Queste considerazioni ci permettono di stimare la collocazione temporale di questi ricordi onirici appartenenti a Odino: se i Calcoli vennero scoperti come metodo di salvezza all'interno del Grande Tempio e il Ragnarök fu annunciato come profezia dalle Norne, significa inevitabilmente che gli eventi analizzati siano avvenuti nel decennio che intercorse tra il 2296 e il 2306 dell'Era Isu, ovvero tra il 75.010, anno in cui scoppiò la Guerra Umano-Isu, e il 75.000 a.C, durante il quale avvenne la Catastrofe di Toba.

Assassin's Creed Valhalla - Yggdrasil
Il gigantesco computer Yggdrasil potrebbe in qualche modo essere stato sfruttato dalle Norne per la predizione della catastrofe, ipotesi che tuttavia potrebbe non essere avallata dalla sua epoca di costruzione.

Bisogna a questo punto cercare di comprendere come gli Æsir possano aver sfruttato l'arte divinatoria dei Calcoli per venire a conoscenza della catastrofe. In prima battuta potremmo suppore che il loro sapere provenisse dall'albero Yggdrasil, il titanico computer che sfruttavano per creare simulazioni di realtà alternative, eventi controfattuali del Codice e calcolare migliaia di migliaia di futuri probabili. Ma dal momento che la divinazione matematica attraverso i Calcoli era stata scoperta da poco tempo, e che nemmeno la loro stessa creatrice, Minerva, sembrasse padroneggiarli bene, questa ipotesi potrebbe non essere valida. Oltretutto, ciò implicherebbe che la costruzione dell'albero Yggdrasil fosse antecedente o contemporanea a quella dell'Occhio di Minerva.


Ciò risulterebbe improbabile, dal momento che Havi parve osservare questa tecnologia per la prima volta proprio a Jotunheim. Tuttavia sembra che i Calcoli non fossero la sola tecnica in grado di individuare il manifestarsi della catastrofe. Dalle parole di Poseidone possiamo infatti intuire che la sua corte, ben prima del conflitto tra umani e Isu, avesse già individuato preoccupanti anomalie sulla superficie solare, presumibilmente mediante delle analisi condotte con il loro Osservatorio di Dinamica Solare:


"Abbiamo rilevato dei cambiamenti sulla superficie del Sole. Se non ci prepariamo..."


Assassin's Creed Valhalla - Jotnar
Gli jotnar altro non sono che una rappresentazione onirica di Isu culturalmente differenti dagli Æsir, oppure provenienti da un altro regno diverso da Asgard.

Che le Norne abbiano sfruttato un metodo simile o comunque diverso dai Calcoli? Quale che sia la risposta, è fattuale che in qualche modo seppero in anticipo sia del cataclisma sia della morte di Odino contro il gigantesco lupo Fenrir. Subito dopo aver ascoltato la profezia, Havi si ricongiunse al resto degli Æsir per affrontare un nuovo attacco da parte dei giganti in arrivo da Jotunheim: secondo il mito, infatti, le razze degli dei e quella degli jotnar erano da sempre in contrasto tra loro. È evidente che questa ostilità tra le due mitiche razze sia a sua volta l'allegoria di una specifica situazione socio-politica dell'epoca Isu: i giganti erano in realtà Precursori culturalmente o etnicamente diversi dagli Æsir, provenienti con tutta probabilità da un altro regno. Che al tempo di questa civiltà esistessero realtà governative differenti e in conflitto tra loro non è peraltro una novità, dato che ci è noto, ad esempio, come i Regni Fratelli fossero in conflitto con quelli di Eden e Feyan. Per cui possiamo analogamente pensare che vi fosse guerra anche tra gli Isu di Asgard e quelli di Jotunheim.


Sempre sulla base di questa analogia arriviamo a dedurre, per estensione, che tutti i nove regni facenti parte della cosmologia norrena fossero delle realtà etniche o socio-politiche Isu: secondo il mito Freyja proveniva infatti dalle terre di Vanheimr, un regno con il quale Asgard combatté una millenaria guerra risoltasi proprio con il matrimonio tra Freyja e Odino; gli stessi ricordi del dio dei corvi alludono a questa unione come un mero patto politico volto solo a sancire un'alleanza tra due regni Isu. E, sulla stessa falsariga, anche Ivaldi, appartenente al regno nanico di Nidavellir, potrebbe semplicemente essere un Isu di differente estrazione geografica, etnica e culturale. Ciò che allora rimane da capire a questo punto è: chi erano gli Isu provenienti dal mitico regno dei giganti? Come sappiamo, alcuni dei ricordi di Odino insiti nella genetica di Eivor si ambientano proprio nella gelida terra degli jotnar, i cui maggiori esponenti si rivelano presto essere delle figure assolutamente non nuove.

Assassin's Creed Valhalla - Hyrrokin e Angrboða
Molti degli Isu più celebri sono stati rappresentati dalla sequenza onirica come altrettanto celebri jotnar, sottolineando appunto l'appartenenza a culti, etnie o contesti geo-socio-politici differenti.

Tra queste, le prime due incontrate da Havi appena dopo il suo arrivo nelle terre di ghiaccio furono Hyrrokin e Angrboða; a dispetto di ogni apparenza esteriore le due gigantesse ricordano nella voce e nelle argomentazioni due tra le Isu di maggior spicco del loro culto: esse sono rispettivamente Giunone e Aletheia, colte dal supremo asgardiano durante una disquisizione di etica in merito alla sperimentazione sugli umani di Miðgarðr. Va ricordato infatti che queste due brillanti scienziate Isu, prima che infuriasse il cruento conflitto tra gli umani e la loro specie, erano state in contrasto alla corte di Poseidone nell'antico Regno di Atlantide dove, nonostante fosse stato messo al bando ogni sorta di esperimento sugli umani, Giunone e suo marito Aita continuarono segretamente a effettuare test di ricombinazione genetica per il loro Progetto Olimpo.


Essendo all'epoca il Dikastes del regno, Aletheia venne chiamata a far rispettare la legge e a sventare le macchinazioni della coppia, rinnovando il loro esilio dalla città. La sua presenza a Jotunheim suggerisce tuttavia che a seguito della distruzione di Atlantide per ordine di Poseidone, raggiunse la posizione di Giunone e degli altri jotnar ivi stanziati. Proprio ad Aletheia e Giunone, che ribadiamo essere rappresentate come Angrboða e Hyrrokin, il potente re Odino confessò lo scopo della sua trasferta: apprendere la magia jotun per il trasferimento dell'hugr da un corpo fisico ad una altro.


Havi: "Sono venuto per comprendere la magia jotun, il vostro metodo per trasferire l'hugr da un corpo all'altro."
Hyrrokin/Giunone: "L'Idromele. Tu cerchi l'Idromele."

Nella cultura vichinga con il termine hugr si usava intendere lo spirito di un individuo vivente, per cui potremmo anche riassumere il tutto con il concetto di coscienza: la facoltà immediata di comprendere, valutare, avvertire e memorizzare gli accadimenti che si manifestano nella realtà circostante. Adesso, prima ancora di analizzare il significato metaforico dell'Idromele, è necessaria una doverosa premessa che chiarifichi le parole di Havi; come espresso in precedenza, nell'arco di tempo che intercorre tra la ribellione umana scatenata da Adamo ed Eva e l'eruzione del vento solare, la Triade Capitolina e alcuni altri Isu si erano adoperati per studiare sei metodi per fermare il cataclisma. Tutti questi metodi vennero catalogati all'interno del Grande Tempio di Turin, rivelandosi fallimentari uno dopo l'altro. Millenni dopo vennero raccontati dalla stessa Giunone a Desmond Miles, eroe che avrebbe fermato la Seconda Catastrofe.

Assassin's Creed III - Desmond e Giunone, Grande Tempio, Metodi di Salvezza
Ispirato dalle opere di Conso, il sesto metodo elaborato dalla Triade Capitolina era basato sul trasferimento dell'hugr in dispositivi tecnologici o corpi sintetici. L'Idromele sembra essere una variante del sesto metodo, e addirittura il suo successore come settimo metodo.

Il quarto tra questi metodi prevedeva come detto la ricostituzione del tempo mediante l'uso dei Calcoli, mentre ciò a cui fece riferimento Havi era nientemeno che il sesto tra questi metodi di salvezza: ispirati dai precedenti esperimenti dello scienziato Conso sul trasferimento della mente in dispositivi tecnologici come le sue Sindoni, gli Isu tentarono di costruire dei contenitori ad alta tecnologia o bio-sintetici che garantissero loro la sopravvivenza, almeno fino a che non avessero trovato un nuovo corpo in grado di adattarsi alle condizioni ambientali esterne che sarebbero scaturite dalla Grande Catastrofe. Il processo di trasferimento della coscienza dal loro corpo Isu al contenitore funzionò con successo, ma quando si accorsero che il processo inverso avrebbe richiesto un sacrificio vivente decisero di abbandonare la soluzione:


"Cos'è la coscienza se non una serie di impulsi elettrici? E il corpo è l'involucro di queste scintille. Ma è debole, con il tempo decade e finisce in polvere. Ci chiedemmo allora: e se si potesse sostituire? Con qualcosa di più forte, e di migliore. Così ne creammo uno nuovo, che potesse durare. Era così facile entrarvi. Ma uscirne... per farlo ci voleva ben altro. Qualcosa di peggio. E così abbandonammo tutto... mi chiedevo però se fosse la scelta giusta."


Assassin's Creed Valhalla - Suttungr
Dal momento che Suttungr rappresenta la caricatura jotun di Giove, potremmo desumere che il sovrano di Olimpo avesse stabilito un vero e proprio insediamento Isu nei pressi del Grande Tempio.

Come è intuibile da queste parole, Giunone fu l'unica che decise di non mollare il progetto, specialmente perché esso rappresentava la sua unica speranza di poter riavere indietro il marito Aita, morto a seguito delle complicazioni insorte nel test del quinto metodo di salvezza. Il risultato di questa perseveranza condusse appunto al suddetto Idromele, oggetto allegorico volto a rappresentare un metodo di salvezza legato al trasferimento di coscienza. Ma andiamo per ordine, giacché subito dopo aver svolto una commissione per Angrboða il supremo Havi venne tratto in inganno dalla strega, amante di Loki, e imprigionato dai due come punizione per aver osato versare il sangue del neonato Fenrir. Odino e Loki, infatti, erano legati da un patto indissolubile, per il quale nessuno dei due avrebbe mai dovuto osare versare il sangue dell'altro; essendo il cucciolo di lupo il primogenito di Loki, la ferita inferta da Odino all'ancora cucciolo Fenrir ruppe il loro legame.


A liberare il supremo della sua prigionia fu la stessa Hyrrokin, interessata ad un'alleanza per recuperare l'Idromele che era custodito dentro il deposito di Utgard, cittadella dominata dal re dei giganti Suttungr e sua figlia Gunlodr. Per ottenere il favore del sovrano, Havi dovette recuperare un vecchio calderone che Suttungr vinse in una scommessa contro il gigante Hymir e che i figli di quest'ultimo rubarono dalla corte per riprendersi ciò che spettava loro di diritto. Recuperato il prezioso contenitore di idromele, in grado di passare magicamente da proporzioni minuscole a dimensioni ben più considerevoli, il supremo di Asgard lo riconsegnò al re dei giganti. Trascurando quello che potrebbe essere il significato allegorico del calderone (presumibilmente un Frutto dell'Eden), riteniamo più opportuno concentrarci sulle figure di Suttungr e Gunlodr, anch'essi recanti dettagli e comportamenti che permettono facilmente di associarli a due già celebri Isu.


La cintura di Suttungr così come dalla sua lunga barba rendono abbastanza intuitiva l'associazione con Giove, fratello minore di Ade e Poseidone nonché sovrano di Olimpo, il reame che esercitava autorità su tutti e tre i Regni Fratelli. Egli era anche membro e presumibilmente capo della Triade Capitolina. Ancora più interessante a nostro avviso è la figura di Gunlodr, la cui predisposizione per la scienza e le arti divinatorie lasciano spazio a ben pochi dubbi sul suo essere una caricatura di Minerva, colei che scoprì la reale natura del tempo e come potervi interagire mediante i Calcoli. Infatti quando Havi la raggiunse nel suo laboratorio sotterraneo la trovò intenta a parlare con un grande specchio frantumato, le cui schegge si arrangiavano continuamente in composizioni differenti.

Assassin's Creed Valhalla - Gunlodr
Gunlodr, che oniricamente rappresenta Minerva, di fronte al dispositivo noto come Occhio. Questo era inizialmente volto alla manipolazione del Codice, per poi essere impiegato per interagire con il futuro ma operando nel presente.

Tale dispositivo è ovviamente l'Occhio, che ribadiamo essere il dispositivo Isu mediante il quale la Triade Capitolina tentò di applicare il quarto metodo: l'alterazione fisica del Codice, per poi successivamente depositare messaggi finalizzati a sventare la Seconda Catastrofe. Poco prima che Gunlodr e Havi uscissero dal laboratorio è possibile sentire una voce la cui identità potrebbe essere quella di Ezio Auditore, che storicamente incontrò Minerva per la prima volta all'interno della piccola Cripta Vaticana. Ad avvalorare questa ipotesi il fatto che Minerva si rivolga alla voce apostrofandola come Profeta, titolo che poi sarebbe stato proprio del Mentore.


Giunone: "La prima idea fu tornare indietro. Cambiare il passato. Ma non sapevamo farlo. E in avanti? Potevamo guardare avanti. E così provammo a guardare oltre noi stessi. [...] Prima cercammo se ci saremmo salvati. Ma la risposta era sempre la stessa. [...] Colei che tu chiami Minerva. Col tempo anche lei smise di cercare. Cominciò a parlare, invece. Comunicava attraverso il tempo, sperando che tu ti salvassi. Nascondeva messaggi in luoghi nascosti, solo per te e per chi è qui dentro."
Gunlodr/Minerva: "Tempo fa qui creammo una magia potente. Per osservare tutti i futuri possibili. Ma tutti portavano al Ragnarök.


La presenza dell'intera Triade Capitolina nel regno di Jotunheim permette infine, dedotta anche la collocazione temporale di questi ricordi, di determinare con assoluta certezza cosa in realtà rappresenti il regno dei giganti se tradotto nella storia degli Isu: nientemeno che i dintorni di Turin, cittadina americana dello stato di New York nella cui foresta risiedono le rovine del Grande Tempio, qui indicato come il deposito di Utgard. Questa cittadella, che nella mitologia norrena si diceva essere la terra oltre il confine di Miðgarðr, potrebbe allora dipingere l'insediamento locale della Triade Capitolina e degli altri Isu che collaborarono ai metodi di salvezza.

I monoliti contenuti del deposito di Utgard, raffiguranti i sei metodi di salvezza. Ciò implica che il deposito di Utgard sia il Grande Tempio, e che la città stessa una località statunitense.

La presenza di figure umane tra i ben più esigui giganti di ghiaccio lascia intendere che si tratti proprio di un'installazione urbana dove uomini e donne continuavano a vivere sotto il regime di schiavitù degli Isu, lontano dalla ribellione che la loro razza aveva innescato tempo addietro. Se Utgard come postazione urbana rappresenta puramente una deduzione, l'assimilazione del suo deposito al Grande Tempio è invece praticamente certa: oltre a una verosimiglianza delle architetture interne del deposito con quelle del tempio, la conferma arriva dalla stessa sala in cui è custodito l'Idromele. In questa particolare stanza, oltre al settimo metodo, è possibile osservare dei monoliti raffiguranti tutti gli altri sei, con tanto di descrizione.


Proprio il fatto che il deposito di Utgard sia in realtà il Grande Tempio dona ulteriore validità all'ipotesi che Jotunheim rappresenti i dintorni americani di Turin. Dalla sala citata pocanzi e nella quale erano contenuti tutti e sette i metodi di salvezza, Odino rubò l'Idromele come concordato con Hyrrokin. Sfortunatamente Loki tornò a frapporsi sul suo cammino, informando Suttungr che il suo onorato ospite, al quale aveva perfino dedicato un banchetto di benvenuto, intendeva in realtà derubare la Triade Capitolina del settimo metodo. Ciò che ne seguì fu l'epico scontro tra Odino e Giove al di fuori del Grande Tempio, dal quale il primo uscì come vincitore.


Affrontato un secondo combattimento contro Loki, il dio dei corvi raggiunse finalmente Giunone presso la Fonte di Mimir. A questo punto subentra la parte più articolata del viaggio a Jotunheim e del suo significato allegorico, in quanto dalle parole e dagli atteggiamenti di Hyrrokin arriviamo a dedurre con chiarezza cosa rappresenti l'Idromele e come esso vada utilizzato:


"Abbiamo provato sei metodi per impedire il Ragnarök e sei volte abbiamo fallito. L'Idromele era il settimo. Ma loro temevano gli effetti che avrebbe avuto sugli umani, così l'hanno nascosto e mi hanno esiliata. [...] Queste sono le ceneri di mio marito. Anche lui si è sacrificato per il sapere. Con un'aggiunta all'Idromele, potrò cancellare quel dolore."

La citazione lascia spazio a ben pochi dubbi su cosa rappresenti l'Idromele: esso è il settimo metodo, che come detto, si basa su un trasferimento di coscienza in quanto derivato direttamente dal sesto; se anche Giunone intese sfruttarlo per cancellare il dolore della morte di Aita, allora si sta indubbiamente parlando del processo o dispositivo che ha causato la nascita dei Saggi, o più in generale la reincarnazione di un Isu dentro un corpo umano. Il fatto che Hyrrokin stesse affermando di nutrire speranza nei Calcoli eseguiti, reggendo in mano una Sfera di Cristallo, è un valore aggiunto a questa assunzione.


In questo modo sarebbe ovviamente spiegato il suo interesse verso un'alleanza con Havi, ma anche le ragioni per cui venne allontanata dagli altri due membri della Triade Capitolina, che consci del suo odio verso la razza umana le proibirono di applicare il settimo metodo, sottraendoglielo ed esiliandola. Ma allora che cosa rappresenterebbe materialmente l'Idromele?


"Lasceremo l'Albero della vita, e ad esso un giorno ritorneremo."


Nel finale di Asgard possiamo vedere Havi e gli altri Æsir bere l'Idromele da un coppa, poco prima di affrontare il Ragnarök; la stessa scena viene riproposta in chiave Isu nell'estratto video de La Verità Occulta, dove possiamo osservare gli dei norreni mentre sfruttano una macchina denominata Albero della vita per caricare un campione del loro sangue all'interno di alcuni feti, immersi in una sostanza amniotica. Così facendo si sarebbero un giorno reincarnati in corpi dalle fattezze umane. Tocca pensare che un processo analogo sia stato sfruttato per la reincarnazione di Aita, e infatti una dichiarazione del direttore narrativo Darby McDevitt conferma che si tratti della stessa tecnologia, solo migliorata ulteriormente da Giunone per garantire reincarnazioni plurime nel tempo; questo ulteriore aggiornamento spiega perché gli Æsir si reincarnino una sola volta. Possiamo pertanto concludere che il fantomatico Idromele rubato da Odino e Giunone presso il Grande Tempio non fosse altro che il progetto dell'Albero della vita stesso.

Attenzione però; presso una fonte che preferiamo mantenere privata, McDevitt ha avuto cura di spiegare come l'Albero della vita sia un dispositivo completamente diverso dall'albero Yggdrasil, con funzione diversa e localizzazione altrettanto diversa. Non si devono quindi confondere le due cose. Riportiamo la traduzione di un estratto della spiegazione:


"Il database non fornisce già una spiegazione accurata della funzione di Yggdrasil? Ad ogni modo non ha nulla a che vedere con le reincarnazioni. Si tratta di un dispositivo utilizzato per una grande varietà di simulazioni, della realtà o di luoghi fittizi."

Darby ha volutamente evitato di approfondire la questione relativa alle reincarnazioni, in quanto è sua espressa volontà che si speculi sull'argomento per ulteriori sviluppi; pertanto quella che segue è la nostra visione in merito. Anzitutto sembra che per poter funzionare adeguatamente l'Albero della vita debba in qualche modo essere connesso a un secondo dispositivo degli Isu. D'altronde le parole di Basim Ibn Ishaq, reincarnazione di Loki, affermano che tutta la tecnologia della sua razza era interconnessa in modo similare alla moderna world wide web (internet):


"Ai nostri tempi il mondo era connesso in questo modo, una specie di super organismo tecnologico. Il Bastone che possiedi, i templi che hai visitato. Essi sono un tutt'uno."

Mentre Mimir pronuncia quanto segue:


Quando il Ragnarök sarà trascorso, questo luogo resterà. Resterà e ricorderà. [...] Prima di attingere l'acqua, devi versare del sangue Æsir. Deve conoscerti, per poterti ricordare. Il sangue degli Æsir cambierà l'acqua e gli umani di Miðgarðr subiranno un'alterazione. Cosa accadrà poi, nessuno lo sa. [...] Il tuo corpo morirà, ma il tuo hugr sopravvivrà qui. Nel tempo, ritornerai alla vita, in un nuovo mondo nato sulle ceneri del passato.

Per poter funzionare, l'Albero della vita necessita del potere contenuto nella Fonte, presso la quale bisogna anche compiere un sacrificio di sangue finalizzato all'upload della propria coscienza - ricordiamo che Mimir parla sempre di hugr. La nostra ipotesi pertanto è la seguente: l'Albero opera in sinergia con la Fonte per la creare le reincarnazioni degli Isu.

Spremendo il suo occhio sinistro nella Fonte, Havi vi trasferì il proprio hugr, ovvero la propria coscienza. Successivamente ne prelevò le acque e le mescolò all'Idromele, che venne ingerito proprio all'inizio della catastrofe. Così facendo egli stabilì una connessione fra sé stesso e la Fonte di Mimir, che nella mitologia nordica si diceva fosse un luogo di immensa saggezza e conoscenza, dalla quale il gigante attingeva giornalmente bevendo dal sacro corno Gjallarhorn.


Traducendo il mito in un contesto più congruo alla Prima Civilizzazione potremmo immaginare che la fonte sia un super computer con straordinarie capacità di memorizzazione, in grado di archiviare qualsiasi tipo di dato, sia esso genetico, informatico o di altra natura. D'altronde è assodato nella letteratura del franchise che i ricordi siano la più grande fonte di conoscenza. Tale super computer sarebbe gestito da Mimir nelle vesti di intelligenza artificiale. Questa assunzione implicherebbe che costui nella sa vita passata fosse stato un Isu, la cui coscienza fu poi caricata nella macchina a seguito di circostanze a noi ignote. Ciò è probabile in virtù del fatto che un processo identico avvenne per Conso e le Sindoni, o per Aletheia con il Bastone di Ermete Trismegisto. Un'altra dichiarazione di Mimir a Odino sembra confermare l'ipotesi dell'intelligenza artificiale:


"Il mio hugr è qui. È ciò che conta. Ho accettato l'incompletezza, lo farai anche tu."


A questo punto concludiamo dicendo che il caricamento del sangue nei feti sostentati dall'Albero della vita, cioè l'Idromele, rappresenta l'immissione del DNA degli Æsir nella specie umana. Le fiale di siero che vediamo inserite dagli operatori nelle postazioni delle varie divinità norrene potrebbero essere l'acqua della fonte necessaria proprio al collegamento tra essa e l'Albero.

Il principe norreno Sigurd Styrbjornsson è una reincarnazione dell'Isu Tyr, che probabilmente sacrificò nella fonte il braccio strappatogli da Fenrir.

Il super computer noto come Fonte di Mimir, controllato dall'intelligenza artificiale dell'Isu, riconoscerebbe quindi le linee di sangue legate a quegli stessi feti, determinando la creazione di un Saggio secondo tempistiche e parametri di natura variabile. Si tratterebbe, in sintesi, di una associazione compiuta dalle due macchine: l'Albero della vita permise agli Æsir di inserire il proprio DNA nell'uomo; riconoscendo nelle linee di sangue derivate da quei feti i genomi a cui appartenevano le coscienze in esso caricate, Mimir completava e completa attualmente la creazione dei Saggi.


Questa spiegazione porta anche a dire che Eivor, Sigurd e tutti gli altri portatori del marchio siano dei Saggi, la cui reincarnazione non è si ripete in regime perpetuo come nel caso di Aita, per motivi già enunciati. Se allora si volesse cercare il pelo nell'uovo, potremmo distinguere i due casi solo a livello di nomenclatura: mentre il termine Saggi indica le sole reincarnazioni di Aita in senso specifico, le reincarnazioni degli Æsir potrebbero essere classificate con un nome astratto del tipo Antichi Rinati; tuttavia è fattuale che la dinamica di questa rinascita sia identica per entrambi in casi descritti - escludendo ovviamente il margine di miglioramento dato da Giunone al settimo metodo.

Un viaggio ricco di misteri e significati nascosti dunque, ma che se adeguatamente trasposto permette di gettare nuova luce sulla misteriosa epoca Isu, rivelando il segreto dietro la loro rinascita come umani e nuovi scenari della loro società.

Ovviamente rimangono ancora diversi scenari aperti. Un interrogativo che ad esempio dovrebbe sorgere spontaneo è: quale parte del corpo di Aita venne sacrificata alla Fonte di Mimir per il caricamento della coscienza? E quale invece ha dovuto utilizzare Giunone per inserirne il DNA nel gene umano tramite il suo Albero della vita potenziato? Beh, questa è semplicemente... un'altra storia. Tutta da raccontare. Restate con noi per ulteriori sviluppi! Skål!


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