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LOKI - L'ÆSIR CHE GIACE TRA I MONDI

  • Immagine del redattore: Connor1991
    Connor1991
  • 22 gen 2021
  • Tempo di lettura: 11 min

Aggiornamento: 26 feb 2021



Tra i personaggi che più di tutti hanno avuto risalto nell'avvincente saga vichinga forgiata dal Morso di Lupo, c'è sicuramente lui, o forse sarebbe meglio dire loro: Loki, eclettico e ingannevole Isu del culto Æsir, e la sua reincarnazione medievale, Basim Ibn Ishaq, un membro del ramo persiano della Confraternita degli Occulti vissuto nel IX secolo, ora nuovo membro dei moderni Assassini in sostituzione di Layla Hassan. Tre epoche congiunte dentro un solo corpo, che insieme pongono le basi di un personaggio la cui importanza potrebbe essere tale da renderlo una figura decisiva nella guerra contro i Templari.


Era Isu, passato e presente: sono questi i tre elementi che caratterizzano Basim, personaggio spavaldo e temerario, ma anche tormentato dallo sconcertante ricordo di un'immensa perdita affettiva, la quale, echeggia anche nel dio che fu nella sua vita precedente. Ed è proprio a partire da queste caratteristiche che in questo articolo esamineremo il personaggio e la sua storia, cercando di inquadrare quanto più accuratamente possibile quale ruolo potrebbe rivestire in futuro e le sorprese che riserverà!

In fondo, stiamo parlando dell'ingannatore per eccellenza, un dio votato al caos ed al male fine a sé stesso, la cui natura ambigua e indecifrabile lo rendono letteralmente imprevedibile.


Havi: "Loki... la resa dei conti arriverà."
Loki: "Su questo... io non ho alcun... dubbio."

L'amore tra Loki e la gigantessa Angrboða, ovvero Aletheia, era da ritenersi clandestino in quanto i due regni a cui erano fedeli all'epoca erano in guerra.

Infatti, la stessa mitologia vichinga sottolinea ampiamente la sua tempra infida ed enigmatica, ponendolo in una duplice posizione nello spettro dei regni della cosmologia norrena: sebbene egli partecipasse attivamente alle vicende degli Æsir, spesso causando loro drammi e sventure, il suo vero luogo di origine era Jotunheim, il regno dei giganti; suo padre infatti era lo jotun Fárbauti. Ovviamente noi sappiamo molto bene come la mitologia sia solamente l'ombra con cui gli umani ricordano l'estinta razza degli Isu, motivo per cui essa debba essere interpretata con la medesima chiave di lettura. Il viaggio di Odino nel regno dei giganti evidenzia come quest'ultimi fossero a loro volta degli Isu, solo di etnia e/o realtà socio-politica differente rispetto agli Æsir. I due regni oltretutto erano in guerra tra loro, come molti altri di quell'epoca.


Dal momento che tra gli jotnar erano presenti, in forma fisionomicamente allegorica, Giove, Minerva e Giunone, possiamo dedurre che anche la linea paterna di Loki facesse parte del loro gruppo etnico o società. Ma come detto pocanzi, egli era una presenza costante nelle vicende degli Æsir, complice il suo matrimonio con Sygin, la quale gli diede anche un figlio di nome Narfi. Successivamente il suo legame con gli Isu scandinavi venne ulteriormente suggellato dal suo patto di sangue con il re di Asgard: né lui né Odino avrebbero mai versato il sangue dell'altro. Quanto è stato appena narrato rappresenta il preludio al crepuscolo degli dei, giacché, qualche tempo prima dell'anno 2306 dell'Era Isu, ovvero circa il 75.000 a.C, Loki divenne insoddisfatto di sua moglie e della sua vita presso la corte asgardiana. La sua insofferenza lo portò tra le braccia della gigantessa Angrboða, ovvero Aletheia; ben presto i due divennero amanti.

Mitologicamente rappresentato come un lupo, Fenrir era in realtà un Isu simbolicamente legato all'animale in questione.

Dal loro amore nacque Fenrir, il titanico lupo che secondo il mito uccise Odino durante la loro ultima, grande, epica battaglia nel Ragnarök; la sua rappresentazione come la gigantesca bestia è chiaramente simbolica, perché essendo figlio di due Isu, Fenrir biologicamente dovette per forza appartenere alla medesima razza. La sua trasmissione mitologica come un enorme lupo potrebbe essere un'allusione alla sua stazza e alla sua potenza, o ancora alla sua ferocia in battaglia, forse paragonabile a quella di un lupo inferocito; in generale si potrebbe assumere che questo Isu fosse simbolicamente molto legato ai lupi come esaltazione delle sue qualità.

Da questo punto in poi, la tormentata storia di Loki e della sua stirpe necessita di una ricostruzione articolata su due fonti: la prima sono le sequenze oniriche degli eventi osservati grazie ai ricordi di Odino contenuti nel DNA di Eivor, rivissuti dalla drengr grazie alla trance indotta dalle pozioni di Valka la veggente; la seconda sono invece i dialoghi che è possibile ascoltare durante la risoluzione delle anomalie dell'Animus. Incrociandole, riusciamo ad ottenere una visione molto chiara degli eventi che portarono alla resurrezione di Loki e alla prigionia di Aletheia nel Bastone di Ermete Trismegisto.


"Io non posso essere diverso da ciò che sono. Tutto questo era già scritto. Tutto questo accadrà di nuovo! [...] La partita non è finita... la partita non finirà mai!"


Non potendo rivelare al mondo della loro complicità, i due innamorati decisero di nascondere il neonato ad Asgard, presso la sacra Fonte di Urdr; sfortunatamente il loro segreto non ebbe lunga durata, giacché durante un'ispezione del suddetto luogo il giovane Fenrir venne scoperto da Odino e dal suo capoguerra Tyr; tormentato dalla profezia delle Norne in merito alla morte che il bambino gli avrebbe donato nel loro scontro finale, Havi tentò di ucciderlo, ignaro di chi fosse suo padre. L'aver ferito il neonato Isu ruppe il patto di sangue che lo legava a Loki, il quale, furibondo, iniziò a tramare con Aletheia ai danni del re di Asgard. Un primo tentativo di vendicare il sangue versato avvenne durante il viaggio a Jotunheim citato in precedenza: per garantire la sopravvivenza degli Æsir, re Odino compì una trasferta nella terra dei giganti in cerca del metodo di trasferimento della coscienza.

Loki sconfitto da Havi; il tentato omicidio del re sarà solo la prima delle sue iniziative di vendetta.

A tale scopo, inizialmente il dio dei corvi chiese aiuto proprio ad Aletheia, finendo per cadere in una trappola orchestrata da lei insieme a Loki: i due amanti lo drogarono e lo imprigionarono, così da tenerlo quanto più lontano possibile dalla loro prole. A scombinare i loro piani fu Giunone, che liberò Havi e lo convinse ad allearsi con lei per recuperare il settimo metodo di salvezza da lei progettato, ma che le era stato confiscato da Giove e Minerva. Costoro sigillarono il metodo dentro al Grande Tempio, temendo gli effetti che avrebbe potuto apportare agli umani: la tecnologia in questione infatti richiedeva un loro neonato per poter funzionare adeguatamente, in modo che, immettendo il proprio DNA dentro alcuni feti, il popolo Isu potesse rinascere come stirpe umana.


Ancora una volta, Loki tentò di scombinare le carte in gioco rivelando a Giove delle sue macchinazioni di Odino, tentando perfino di uccidere il dio dei corvi con le sue mani davanti alla Fonte di Mimir. Il trickster era però troppo debole rispetto al potente re, e dopo essere stato duramente sconfitto, fu costretto a vedere Fenrir imprigionato dall'indistruttibile catena Gleipnir costruita dal fabbro Ivaldi. Proprio con l'imprigionamento del giovane Isu e la perdita del braccio di Tyr si concludono le vicende delle sequenze oniriche rivissute da Eivor, lasciando campo libero alle anomalie dell'Animus per proseguire l'inquieta storia d'amore tra Loki e Aletheia. Come è stato determinato che gli eventi di Jotunheim siano antecedenti ai dialoghi delle anomalie? A suggerirlo è una citazione dello stesso ingannatore:


"Sia dannato il Forsennato! Quel maledetto orbo! Ha preso nostro figlio! L'ha imprigionato sotto false accuse e poi ha buttato la chiave!"

Nella sua manifestazione d'ira per la sorte del figlio, Loki sembra alludere alla parziale cecità di Odino, che si era infatti privato volontariamente di un occhio per caricare la propria coscienza dentro alla sacra Fonte di Mimir - è stato supposto che questa fosse la sede di un super computer connesso con il metodo di salvezza elaborato da Giunone, complice anche la presenza del simbolo Vegvisir nella fase di attivazione della Fonte. Dal momento che Havi perse l'occhio proprio durante gli eventi di Jotunheim, viene spontaneo pensare che quanto ascoltato durante le distorsioni delle anomalie racconti di eventi successivi alle sequenze oniriche. Loki, nella più totale disperazione per la prigionia di Fenrir, suggerì alla sua amata di appellarsi alle più alte cariche della loro civilizzazione, opzione che venne però rifuggita da Aletheia. La brillante scienziata jotun temeva infatti che una simile rivelazione avrebbe portato loro ancora più nemici, in quanto Fenrir era comunque frutto di una relazione clandestina con un membro di un regno nemico:


Loki: "Non possiamo fermarlo? E salvare nostro figlio? Non possiamo appellarci?"
Aletheia: "Dicendo cosa? E a chi? Dovremo rivelare nostro figlio al mondo? E farci scoprire da tua moglie? È un rischio che vuoi correre?


Come punizione per aver imprigionato suo figlio Fenrir fino all'avvento del Ragnarok, Loki uccise il figlio del Forsennato, Baldr.

Indisposto ad accettare che Fenrir fosse tenuto prigioniero solo in base a teorie e mistificazioni, Loki decise di ripagare il re asgardiano con la stessa moneta, avvelenando suo figlio Baldr con un estratto di vischio. Il giovane principe morì proprio davanti agli occhi Odino, che nella più totale impotenza e costernazione lo tenne tra le braccia fino al suo ultimo respiro. La morte di Baldr ricalca fedelmente anche la versione mitologica: il dio della bellezza venne infatti ucciso proprio a causa di un vile inganno orchestrato da Loki, che spinse un altro Æsir a lanciare verso il principe un rametto di vischio. Oltretutto è necessario precisare che quanto svolto dall'ingannatore dovrebbe essere avvenuto nella più totale segretezza, dato che a seguito dello scontro con Havi nella terra dei giganti venne definitivamente esiliato da Asgard. Ad assassinio compiuto, Loki fece ritorno da Aletheia, confessando in un momento di totale follia il suo atto di vendetta per Fenrir:


Loki: "Il ragazzo è crollato all'improvviso. Stroncato dal più blando estratto di vischio. Morto tra le braccia di suo padre, piangente!"
Aletheia: "Folle incosciente! Ti hanno visto? Sanno che sei stato tu?"

È probabile che dopo aver commesso l'omicidio, Loki non fece più ritorno ad Asgard, stabilendosi definitivamente nel regno dei giganti insieme alla sua amante; da una successiva anomalia si può evincere che la loro quiete non ebbe vita lunga, e che almeno in apparenza il loro coinvolgimento nella morte del principe Baldr fosse stato scoperto da Odino. Il re cominciò dunque a perseguitarli, inviando soldati alla loro porta al fine di catturare Loki. Sebbene inizialmente questi volesse lasciarsi catturare nella speranza di un processo di fronte alle più alte cariche della Prima Civilizzazione, venne convinto dalla sua amata a fuggire insieme e vivere come esuli.

Rubando il settimo metodo, Loki si sarebbe reincarnato come un Saggio. Lo scopo era quello di ricongiungersi con Aletheia, rinchiusa nel Bastome di Ermete, in un'altra vita.

Un'altra anomalia suggerisce che, nel corso di questo loro esilio volontario, udirono voci della destituzione di Giunone dalla Triade Capitolina per ordine dell'Alto Consiglio, come punizione per aver donato ad Asgard il settimo metodo di salvezza. La stessa Giunone in fondo aveva preventivato che la sua disobbedienza al volere di Giove e Minerva le sarebbe costata la libertà; il suo odio per gli umani, artefici dell'omicidio di suo padre Saturno, era ben noto tra la sua gente, così come la sua poca compassione nel trattarli solo come cavie da laboratorio. Ad ogni modo, un'anomalia successiva narra della partenza di Havi in cerca di un disperato metodo per resuscitare suo figlio, mossa che i due amanti scelsero di cogliere a piene mani:

Loki: "Il Forsennato è partito, per terre lontane. Intende trovare un modo per resuscitare suo figlio. Cercando risposte in ogni foglia e in ogni pietra."
Aletheia: "Potremmo approfittarne noi. Per rubare il settimo metodo, il serio e il catalizzatore."

Le anomalie successive lasciano intendere che Aletheia venne ferita mortalmente, si presume a seguito di uno scontro con i soldati asgardiani. Per impedire che perdesse definitivamente la vita, Loki ne sigillò la coscienza dentro al Bastone dell'Eden appartenuto a Ermete Trismegisto; non è chiaro come fosse a conoscenza di tale manufatto né come fosse stato in grado di acquisirlo, considerando che Ermete appartenesse al regno dell'Elisio. Tuttavia alcune analogie suggeriscono che un suo equivalente norreno potrebbe essere Heimdall. Con tutta probabilità, il trasferimento di coscienza della morente Aletheia avvenne secondo i principi del sesto metodo di salvezza, che la Triade Capitolina aveva ideato proprio nella speranza di poter preservare la sola mente accettando il sacrificio del corpo:


Loki:"Amore mio, sei viva? Parlami e dimmi che lo sei."
Aletheia: "Sono... sono viva. Se questo è vivere. Una mente senza un corpo."


L'anomalia successiva vede compiersi l'ultimo atto della tanto agognata vendetta contro gli Æsir: sfruttando una serie di Calcoli, i due amanti riuscirono a individuare un futuro nel quale, dopo millenni, si sarebbero finalmente ricongiunti.

Giunta la Grande Catastrofe, si separarono, e dopo aver calibrato con precisione assoluta ogni minima azione da compiere, Loki si infiltrò nella sala dell'Albero della vita. Nella stanza, Odino aveva radunato i suoi otto più fedeli per potersi reincarnare. Sfruttando un momento propizio, l'ingannatore uccise uno degli otto Isu e ne prese il posto, giurando nuovamente vendetta contro il Forsennato, anche nella sua vita successiva. Diversi millenni dopo, Loki rinacque come Basim Ibn Ishaq.


Senza soffermarci troppo sulla storia di questo personaggio, diremo semplicemente che nacque attorno alla prima metà del IX secolo, presumibilmente nella capitale del Califfato Abbaside, la splendente città di Baghdad. Egli era figlio di un architetto che progettò la Grande Moschea di Samarra, caduto in disgrazia quando gli venne sottratto il merito dell'opera da un collega rivale. Per sua stessa ammissione, Basim fu da sempre un individuo particolarmente assetato di conoscenza, tant'è che dichiarò di aver passato molto tempo dentro alla biblioteca cittadina per studiare astronomia e matematica; pare inoltre che fu temporaneo allievo del matematico Muhammad ibn Mūsā al-Khwārizmī, riconosciuto come padre dell'algebra moderna. In un momento imprecisato della sua vita entrò a far parte della Confraternita degli Occulti, scalandone rapidamente i ranghi e venendo assegnato alle frontiere bizantine di Costantinopoli.

Sembra che Basim, rispetto alle altre reincarnazioni norrene, detenga memoria di tutti i ricordi di Loki e sia perfettamente cosciente della sua identità.

Trattandosi però della reincarnazione di Loki, presto cominciò a mostrare segni della tipica sintomatologia dei Saggi: disturbo di personalità multiple e sovrapposizione dei ricordi. L'essere reincarnazione di Loki gli conferiva ovviamente accesso a gran parte delle sue conoscenze: pare infatti che egli fosse ossessionato dal trovare uomini come lui, distinti da una dura abrasione nera sul collo come marchio delle reincarnazioni degli Æsir. Gli stessi Mentori della Confraternita mostrarono preoccupazione per questa sua follia, temendo che potesse corrompere la sua devozione al Credo.

In realtà, rispetto a tutti gli altri rinati Basim sembrava vivere i ricordi della sua vita passata con notevole lucidità, lasciando senza riserve che il vissuto di Loki condizionasse le sue azioni. Probabilmente nel IX secolo non aveva ancora una piena coscienza della sua natura di Saggio, limitandosi a fare della sofferenza e degli scopi di Loki una motivazione del tutto personale, come se egli avesse vissuto i ricordi dell'Isu in prima persona. Il tormento per la prigionia di Fenrir e la pseudo-morte di Aletheia erano ancora vivi in lui, motivo per cui, nella più totale sopraffazione dalla personalità dell'ingannatore, tentò di adempiere alla sua vendetta aggredendo Eivor Varinsdottir e Sigurd Styrbjornsson, rispettivamente reincarnazioni di Havi e Tyr.


"Mi piacerebbe conoscere William Miles. Lo condurreste da me? [...] È tempo di combattere questi... Templari, come li chiamate voi. [...] Mia cara, abbiamo inventato questa tecnologia molto... molto prima di voi. Saprò adeguarmi."

Visto che presenta tratti di entrambi i personaggi, non è chiaro se Basim sia completamente in sé o se sia del tutto stato soggiogato da Loki; non è da escludere che le due personalità siano equilibrate e in armonia tra loro.

Sembra che solo e solamente dopo aver speso oltre un millennio imprigionato dentro Yggdrasil avesse realizzato la sua natura, accettando di essere l'ingannatore almeno per una parte di sé. Tuttavia tocca precisare che nell'analisi della psicologia di un Saggio non è mai del tutto determinabile quale delle due personalità sia prevalente rispetto all'altra, e parametri come la volontà e la genetica possono giocare un ruolo fondamentale: il figlio di Desmond Miles, Elijah, è per esempio una reincarnazione di Aita, ma in quanto discendente della stirpe dei Miles detiene anche una parte del loro straordinario patrimonio genetico - suo padre era infatti un discendente diretto di Adamo, uno dei primi ibridi da Isu e umani.

In base a queste considerazioni, al momento non è possibile dire quanto della personalità di Basim non sia effettivamente sottomesso a quella di Loki e viceversa; potremmo ipotizzare che in apparenza esse riescano a coesistere nello stesso corpo senza entrare in conflitto l'una con l'altra. E infatti, almeno nelle sue brevi interazioni con Shaun e Rebecca, sembra ancora essere fedele alla Confraternita; Basim dichiara infatti di voler compiere alcune mosse decisive contro i Templari e di voler perfino incontrare William Miles. In una nostra conversazione, il direttore narrativo del gioco, Darby McDevitt, ha a sua volta sottolineato come nonostante tutto, Basim rimanga ancora un leale Assassino; segue un estratto della conversazione:


"Basim non è un nemico, ma solo una mina vagante. Ma è ancora un leale Assassino. [...] Basim aveva motivazioni personali molto forti per fare quel che ha fatto in Valhalla. Nella mia mente lui rimane sempre un leale Assassino/Occulto, ma ha una vena egoistica che ogni tanto surclassa i suoi doveri verso la Confraternita."



E infatti, lontano da orecchie inopportune, dichiara di voler ritrovare i suoi figli e riunire la sua famiglia insieme ad Aletheia, desiderio che appartiene ovviamente all'entità di Loki.

La completa accettazione di sé pare che gli abbia anche garantito un accesso più stabile alla conoscenza dell'Isu stesso, in quanto afferma di poter imparare anche da solo l'utilizzo dell'Animus, essendo questo derivato da un sapere già noto alla sua civiltà. Altra dimostrazione di sapienza della Prima Civilizzazione la diede quando spiegò a Layla Hassan della forte connessione esistente tra tutta la tecnologia Isu. Cosa aspettarci dunque? Di tutto, perfino l'impossibile; questo personaggio appare attualmente fin troppo indecifrabile e non essendo nemmeno completamente chiaro chi sia e chi no, anche le sue azioni non sono interpretabili o immaginabili in modo trasparente. Possiamo limitarci ad analizzare quel che offrirà potenzialmente.

Durante la sua epoca Basim era considerato uno tra gli Occulti più esperti, dotato di grandissime capacità. È plausibile che la Confraternita lo impieghi sul campo come al tempo di Desmond?

Il suo, infatti, potrebbe decisamente essere un contribuito importante per non dire cruciale, interamente a vantaggio della Confraternita degli Assassini. Non scordiamo che a suo tempo Basim era considerato un Maestro tra gli Occulti, date le sue straordinarie capacità combattive, di infiltrazione e pianificazione; non è da escludere quindi che in futuro possa essere impiegato come agente sul campo, finendo per rivelarsi una preziosissima risorsa contro l'Abstergo e i Templari. Il fatto che un Occulto interagisca con i moderni Assassini potrebbe anche portare alla luce nuovi aspetti storici legati alla crescita della Confraternita, sia da un punto di vista filosofico che militare.


Un simposo di epoche in grado di riesumare quella parte di storia legata alla trasformazione della Confraternita in Assassini. In ultimo ma non per importanza, i ricordi di Loki garantiranno indubbiamente una maggior comprensione degli Isu, della loro epoca e della loro tecnologia, sviscerando ancora più a fondo usi e costumi di questa società ancora avvolta da molte ombre e misteri. Non escludiamo neanche che, in futuro, Loki possa rincontrarsi con Aita, reincarnatosi in Elijah; dopo tutto... chi non vorrebbe vedere un dialogo tra due Isu rinati come umani?

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