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ASSASSIN'S CREED E LA TRANSMEDIALITÀ - UN BENE O UN MALE?

  • Immagine del redattore: kingdomgio
    kingdomgio
  • 18 mar 2021
  • Tempo di lettura: 7 min

Come spesso accade, se un prodotto vende e sembra promettere bene per ulteriori commercializzazioni future, si tende ad evolverlo e ad espanderlo su media differenti da quello con cui inizialmente viene distribuito: è il caso di Star Wars, iniziata come saga cinematografica e poi estesasi ai fumetti, così come quello di World of Warcraft. La stessa cosa può ormai dirsi del nostro beneamato Assassin's Creed, che da una semplice serie di videogiochi si man mano evoluta in un franchise cross-mediale, con un vastissimo universo espanso costellato di romanzi, fumetti e, prossimamente, anche una serie televisiva.


Insomma, è ormai chiara la natura del brand quale universo narrativo fittizio, ben più complessa e articolata di un prodotto destinato al solo commercio videoludico. Avere così tanti prodotti di consumo, ovviamente porta con sé tutti i pro ed i contro del caso; ma prima cerchiamo di capire in cosa consiste il fenomeno della transmedialità, che correlata alla narrazione diventa storytelling transmediale.

L'accademico e saggista stutunitense Henry Jenkins, nella sua opera Cultura convergente, lo definisce come:


Un processo nel quale gli elementi integrati di una narrazione vengono sistematicamente separati e diffusi tramite canali di comunicazione diversi, con lo scopo di creare un’esperienza di intrattenimento unificata e coordinata. Idealmente, ogni media dà un contributo unico allo sviluppo della storia.

Annunciata nell'estate del 2020, la serie live-action di Assassin's Creed che verrà distribuita da Netflix rappresenta l'apice dell'espansione transmediale del brand. Oltre a questa sembra siano in produzione una serie animata e una serie manga.

A partire da questa definizione possiamo comprendere in termini molti semplici e veloci cosa significhi storytelling transmediale, cioè un modo di raccontare una storia coordinatamente attraverso media diversi: videogame, serie tv, film, fumetti, libri, audiolibri, eccetera. Ciascun media contribuisce allo sviluppo generale della storia. Risulta ormai evidente a chiunque che anche Assassin's Creed sia da considerare, da diversi anni in realtà, un franchise transmediale: a supporto dei giochi troviamo non solo tutto il materiale cartaceo citato prima, ma, come detto, un'imminente serie TV distribuita da Netflix e perfino un film.


Non è peraltro un mistero che, secondo la critica internazionale, gli anni 20 vedranno l'avvicinamento del cinema e del piccolo schermo al mondo dei videogiochi, con il conseguente affermarsi di un nuovo genere; alcune piccole produzioni già annunciate sembrano mostrare le prime spume di questa marea, e con l'annuncio della serie televisiva ad esso dedicata, anche Assassin's Creed sembra volersi ritagliare un posto in questa nuova era. Fermo restando che, ovviamente, la produzione prodotti cartacei o di altra natura rimarrà comunque sia ininterrotta.


Ebbene, tutti questi media, diversi da quello videoludico, consistono nella maggior parte dei casi in storie inedite che fanno da contorno agli eventi principali della saga; storie che, tuttavia, se non lette o viste, non tolgono significato e non rovinano l'esperienza vivibile nel momento in cui si giocano i capitoli su console, i quali sono ovviamente il cuore pulsante su cui si basano tutti gli altri prodotti.

O almeno così dovrebbe in linea teorica, in quanto, sebbene il brand abbia rispettato questo dogma in gran parte, si sono verificati dei casi con conseguenze di tutt'altro carattere. Ma cerchiamo di andare per gradi.



PRO DELLA TRANSMEDIALITÀ IN ASSASSIN'S CREED

Approfondimento e ampliamento della lore


A nostro avviso, è questo il punto forse più importante a favore della transmedialità e, pertanto, valido per qualsiasi franchise. Nel contesto di Assassin's Creed, la transmedialità ha permesso di esplorare nuove, alcune delle quali impraticabili all'interno della serie videoludica per ovvie ragione di gameplay. L'esplorazione di questi periodi storici ha permesso di conoscere nuovi personaggi e apprendere nuove, importanti informazioni a livello di lore, ma anche di approfondire la conoscenza in merito a personaggi ed eventi secondari dei capitoli su console.

La storia di Daniel Cross narrata nei fumetti The Fall e The Chain rappresenta sicuramente uno dei più alti esempi di come una buona gestione della transmedialità sia solamente redditizia per un brand.

Sul fronte letterario spicca senza dubbio la trilogia dei Last Descendats, romanzi che hanno aperto nuovi scenari nel presente e che hanno fornito inedite informazioni riguardo all'Ordine dei Templari, oltre, ovviamente, ad esplorare periodi storici mai trattati dalla serie videoludica principale. Pietre miliari del corpus letterario del brand sono poi Assassin's Creed: Forsaken e Assassin's Creed: Unity, manoscritti che approfondiscono rispettivamente il vissuto di Haytham Kenway, grigio antagonista principale in Assassin's Creed III, ed Élise de la Serre, co-primaria nel gioco omonimo del romanzo.


Impossibile non citare Assassin's Creed: Project Legacy, una delle perle del brand ormai andate perdute: esso era un gioco Facebook che attraverso una serie di piccole storie ha ampliato enormemente le frontiere tematiche, geografiche e cronologiche della serie - ancora oggi la lore immessa da questo prodotto ha dei riflessi importanti sul prosieguo di Assassin's Creed.

Stesso riconoscimento va dato al portale Initiates, che per diverso tempo è stato l'unico binario in grado di portare avanti la narrativa del brand ambientata nel presente, presentandoci personaggi che nella macro-trama si sono poi rivelati cruciali.


Parlando invece di fumetti, gli esempi che subito sovvengono sono The Fall e The Chain, due volumi che narrano le vicende di Nikolai Orelov, un Assassino russo operante al tempo della Rivoluzione bolscevica, e del suo discendente Daniel Cross, un agente Templare dormiente che fu la rovina della Confraternita nei tempi moderni, in quanto è grazie a lui che poté scatenarsi la Grande Purga.

La storia di questo tormentato personaggio trovò infine il suo climax in un sensazionale collegamento con Assassin's Creed III, che ricompattò nuovamente il brand in un unico e organico disegno. Storie come quella di Cross sono l'esempio di come, se gestita adeguatamente, la transmedialità sia un grande punto a favore per lo sviluppo del brand.


Possibilità di usufruire di nuove esperienze


Proprio come gli stessi personaggi dell'universo narrativo sfruttano i ricordi genetici per più di un'esperienza, anche nella vita reale trasporre il brand su più media può offrire una fruizione più variegata e completa.

Di primo impatto, questo può apparire banale, ma riteniamo che la possibilità di uscire dal medium videoludico sia un'occasione senza pari per apprezzare l'abilità e le capacità di artisti provenienti da campi differenti tra loro: per quanto riguarda i fumetti, si potrà apprezzare lo stile di un determinato vignettista, mentre per quanto riguarderà la serie TV di prossima uscita avremo la possibilità di godere della recitazione di celebri attori, o ancora del lavoro dei nostri doppiatori.

Aldilà dell'ampliamento delle frontiere narrative del brand che nasce naturalmente con queste continue produzioni, diversi tipi di fruizione, portano ad esperienze godibili secondo sensazioni differenti, senza contare che allargano la percezione concettuale del brand in sé. La singola esperienza, va a fondersi ovviamente con tutte le informazioni raccontate nel medium stesso, rendendo quindi l'esperienza complessiva unica, diversa dalle precedenti e, per questo, sicuramente apprezzabile.



CONTRO DELLA TRANSMEDIALITÀ IN ASSASSIN'S CREED

Mancanza di una figura di tipo "Lore Master"


Quello della mancanza di una figura unica che conosca a menadito il brand e ne abbia in mente ogni singolo aspetto è onde dubbio il principale contro della transmedialità nella saga di Assassin's Creed; questo ha portato, ad esempio, a una delle decisioni peggiori prese ad oggi: relegare la fine della Saga di Giunone ai fumetti, nello specifico quelli della serie Uprising, coadiuvata da due filoni di supporto intitolati Templars e Assassins.

Questa decisione, secondo quanto riportato dall'Head Content di Ubisoft, Aymar Azaïzia, venne presa in quanto:


"Questo ciclo necessitava una chiusura, ma non era possibile dedicargli un intero gioco; parte dell'utenza media non conosce né la figura di Giunone né tutti gli aspetti della lore ad essa legati. L'idea di Origins era quella di proporre un titolo aperto sia ai nuovi giocatori che ai vecchi."

Una spiegazione che, tuttavia, cozza completamente con quanto si vede nei DLC di Assassin's Creed: Odyssey e nel recente Assassin's Creed: Valhalla: specialmente in quest'ultimo, infatti, Giunone non solo è presente, ma sembra avere un ruolo non indifferente all'interno del contesto generale. Avendola uccisa tempo addietro nei fumetti, sarebbe stato forse più opportuno non mostrarla più, visto che comparsate simili creano soltanto confusione in chi conosce cosa è successo a Giunone nel presente, ma ancora di più a coloro che, avendo iniziato con Origins, non hanno idea di chi sia questo personaggio.

Necessità di mercato hanno indotto Ubisoft a traslare il presente, una parte generalmente ritenuta noiosa dal fandom generalista, nei fumetti. Ciò ha portato ad una difficoltà stessa per gli autori nel soddisfare vecchia e nuova fanbase, rendendo l'allora Saga di Giunone la più grande ferita di Assassin's Creed.

La chiusura della macro-trama legata di questo personaggio, avvenuta come detto nei fumetti, ha solamente contribuito ad una dispersione narrativa tale da mettere in difficoltà gli stessi sviluppatori: per rincorrere comprensibilissime esigenze di mercato, hanno finito per incidere una cicatrice perpetua sulla pelle di Assassin's Creed. Effettuare un collegamento con i nuovi media risulta particolarmente complesso, tant'è che alcuni personaggi, per esempio Elijah Miles, rimangono disponibili all'impiego, mentre quei pochi riferimenti a Giunone e ai suddetti fumetti si sono limitate a qualche documento tra i tanti che si possono consultare in Origins.

Ancora oggi molti fan del brand si chiedono ingenuamente se mai ci sarà un ritorno di Giunone come villain principale, ignari del fatto che il brand si sta spostando verso altre coste narrative; se non un sorriso di amarezza, affermazioni simili strappano almeno la convinzione che tutt'oggi sia più che mai necessaria la figura del Lore Master nel team di sviluppo, affinché tenga in mano le redini dell'intera saga e possa indirizzare ciascun medium verso un indirizzo preciso e, almeno in parte, predeterminato


Rischio di perdersi informazioni chiave


La transmedialità, se gestita male, può portare ad una dispersione narrativa tale da rendere difficoltosa la fruizione del prodotto. Se non il puro standard qualitativo, abbassa sicuramente l'indice di apprezzamento dei fan.

Come abbiamo detto prima, una non corretta gestione della transmedialità porta ad uno squilibrio nella corretta calibrazione narrativa, incentivandone la dispersività: quello che è il primo pro di cui abbiamo parlato potrebbe, da questo punto di vista, essere considerato anche un contro. Se è vero che la transmedialità permette di approfondire moltissimi aspetti che per più di un motivo, nei videogiochi, non potrebbero essere affrontati, è anche vero che nel caso di Assassin's Creed si è andati troppo oltre.


Ed è nuovamente il caso della Saga di Giunone: l'antagonista principale che, all'improvviso, sparisce e di cui, nel caso non si fossero letti i fumetti, non si saprebbe nulla - va considerato peraltro che a poter usufruire del media sono i soli conoscitori della lingua inglese, visto che gran parte di essi non sono ancora stati editati in altre lingue.

In sostanza, Ubisoft ha commesso quell'unico errore fatale che bisognerebbe evitare come la peste nello storytelling transmediale: traslare contenuti fondamentali della trama principale nei medium secondari di comunicazione.



CONCLUSIONI


Arriviamo alla fine di questa analisi con il seguente interrogativo: la transmedialità nella serie di Assassin's Creed è un bene o un male?

A nostro avviso la risposta è, sicuramente, "bene, ma con riserva". Da appassionati viscerali del brand abbiamo voluto e potuto fruire della quasi totalità dei prodotti disponibili, entrando in possesso di una visione chiara e completa degli eventi legati alla serie. Nel contempo, tuttavia, non possiamo non evidenziare le criticità di alcune delle scelte intraprese da Ubisoft, che hanno causato una frammentazione di informazioni tale da generare confusione sia nei vecchi che nei nuovi fan.


Il consiglio per tutti è, ovviamente, quello di recuperare tutto il materiale necessario: libri, i fumetti e tutti gli altri media attualmente disponibili, in modo da acquisire a vostra volta una visione complessiva di tutti gli eventi e scrollarvi di dosso qualche pregiudizio infondato, dettato probabilmente da alcune lacune delle quali condividete la colpa con Ubisoft.

Fortunatamente, consapevoli del fatto che Assassin's Creed sia diventato un franchise estremamente difficile, veniamo in vostro aiuto garantendovi un supporto: la nostra guida ufficiale di tutto il merchandise, un elenco dettagliato e preciso che vi permetterà di essere voi stessi dei Lore Master. Vi basterà cliccare sul nome del prodotto di vostro interesse per essere indirizzati ad una fonte in cui poterlo reperire o acquistare!



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