ASSASSIN'S CREED... NEL FUTURO!
- Connor1991
- 17 ott 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 10 dic 2020

Speculare sulle future possibili ambientazioni di Assassin's Creed è da sempre una delle attività preferite del fandom, che a ridosso di ogni maggior evento incentrato sul mondo dei videogiochi, si riunisce in pagine e forum quasi in un rituale comune, nell'attesa di scoprire quale pezzo di storia l'epopea degli Assassini ci farà esplorare in quella prossima avventura.
Quante volte in fondo noi fan ci siamo chiesti come potrebbe apparire un Assassin's Creed ambientato nella nostra epoca storica preferita e quante altre proposte abbiamo sentito?
Dalle civiltà precolombiane, passando per il Far West della corsa all'oro e finendo alle guerre mondiali, abbiamo a disposizione un ventaglio di possibilità che per gli sviluppatori lascia quasi l'imbarazzo della scelta. D'altronde abbiamo sempre rimarcato in più sedi come questo fosse un franchise altamente flessibile, capace di adattare la propria formula di gioco in funzione dell'epoca storica visitata: costruire un capitolo principale incentrato sulle Espansioni vichinghe apre ad un gameplay completamente diverso rispetto a quello proposto con l'Età d'oro della pirateria.

Cambiamento e innovazione sono dunque parte integrante della natura di Assassin's Creed; cambia l'epoca storica e cambia, in piccolo o in grande, la formula di gioco. Appurato questo concetto, abbiamo deciso di applicarlo ad una delle ambientazioni più insolite, folli e che eppure è stata proposta in modo piuttosto incalzante nel corso degli anni: il futuro! Ebbene sì, in questo nuovo articolo vogliamo provare ad esplorare questo argomento e rispondere al seguente interrogativo: un Assassin's Creed con ambientazione futuristica è possibile? Dobbiamo anzitutto mettere in chiaro un dogma ben preciso: il futuro è un mistero, una parte della storia che non è ancora stata scritta, ma della quale noi stessi siamo gli autori. Le possibilità narrative e di gioco sono dunque pressoché illimitate, in quanto non si tratterebbe di uno sforzo di minuziosa ricerca storica, ma di un lavoro puramente fantasioso - sottostando ovviamente a quelli che sono i principi cardine di Assassin's Creed.

Ad una trama dalle mille opzioni, con inediti personaggi e situazioni completamente slegate da una qualunque matrice storica, potremmo affiancare decine di possibilità di gioco, importante direttamente da quei colossal che del tema sci-fi hanno fatto il loro cavallo di battaglia. Pensiamo ad esempio alla saga di Crysis e ai suoi protagonisti equipaggiati di bio-nanotuta altamente tecnologica, in grado di garantire resistenza ai colpi grazie alla Corazza massima e allo stesso tempo dotare di parametri fisici sovraumani - potremmo dire, paragonabili a quelli di un Corrotto.
Sempre dal capolavoro di Crytek potrebbe essere di ispirazione il cosiddetto Occultamento, dotando quindi il nostro Assassino futuristico di una temporanea invisibilità che permetta azioni stealth molto più congeniate, senza contare che lo stesso hacking già sperimentato da casa Ubisoft con Watch Dogs potrebbe approdare anche tra i seguaci del Credo. Decrittazione e decodificazione aprirebbero infatti a nuove possibilità furtive, permettendoci magari di distrarre un nemico, aprirci strade secondarie o ancora assumere il controllo di tecnologie avversarie.
Potrebbe essere introdotto l'uso di droni a fare le veci della meccanica di pet-companion a cui siamo stati abituati finora tra aquile e corvi, meccanica che è stata concepita come estensione del nostro caro Occhio dell'aquila. Ma se quest'ultimo venisse ulteriormente arricchito mediante l'uso di una intelligenza artificiale incorporata all'attrezzatura del nostro Assassino? Più o meno come Cortana in Halo o Jarvis per Iron Man; potremmo allora essere in grado di calcolare percentuali di probabilità molto velocemente, simulare l'esito di una nostra azione di gioco e molto altro ancora.

Infine la parte probabilmente più intrigante di tutta la speculazione, ovvero la vastissima gamma di armi futuristiche che potremmo equipaggiare. Un capitolo con una simile ambientazione precluderebbe in teoria una predominanza di armi da fuoco, magari con caricamento laser, ma non è detto che anche il corpo a corpo venga del tutto escluso. L'uso di armi e attrezzature ad alta tecnologia permetterebbe di costruire un sistema di combattimento quasi da supereroe, orientato sul free-flow della conclamata serie Batman: Arkham. Si potrebbe ad esempio prendere ispirazione dallo stile di combattimento di Red Hood, con duplice pistola abbinata a capacità marziali, aprendo anche ad un ventaglio di gadget da medio-corto raggio come granate criogeniche.
Una ambientazione futuristica permetterebbe inoltre di ovviare il problema della corsa acrobatica negli edifici di epoca moderna, magari mediante una rivisitazione del rampino già sperimentato in Assassin's Creed: Syndicate o ancora tramite un nuovo sistema di arrampicata basato su ventose o prestazioni fisiche date dalla stessa uniforme dell'Assassino.
Le possibilità insomma sono molteplici, e aprirebbero lo scenario ad un capitolo dal carattere tanto rivoluzionario quanto iconico nel contesto di Assassin's Creed. Il franchise peraltro non è del tutto estraneo a certi elementi di natura fantascientifica: lo stesso Animus e l'idea di memoria genetica sono in qualche modo derivati da una componente più futuristica, nonostante la trama nel presente si ambienti praticamente ai giorni nostri.
La produzione fumettistica, nello specifico i capitoli intitolati Assassin's Creed: Brahman e Assassin's Creed: Uprising, ci hanno inoltre permesso di apprezzare qualche scena di combattimento caratterizzata dall'uso di uniformi e armi molto più in linea con le suddette congetture piuttosto che improntate al realismo: Jasdip Dhami ad esempio usava un'uniforme in grado di renderlo invisibile, motivo per cui i soldati Abstergo dovevano contrastarlo usando visori ottici e armi laser; quando entrò a far parte degli Strumenti della Prima Volontà, Jasdip iniziò ad usare una tuta da combattimento Abstergo dotata di armi da fuoco incorporate.

Un vestiaro altrettanto tecnologico venne usato da Juhani Otso Berg durante la sua militanza come Croce Nera, e il team Sigma da lui guidato era equipaggiato di archi tecnologicamente molto avanzati. Dulcis in fundo, anche la lama celata ha subito l'incedere dello sviluppo tecnologico, tant'è che Shaun Hastings e Rebecca Crane erano equipaggiati di una lama-taser. Possiamo dunque affermare che, sostanzialmente, un Assassin's Creed con ambientazione futuristica non è un qualcosa di irrealizzabile da un punto di vista pratico, ma al contrario, aprirebbe a spunti non poco interessanti per rinnovare ancora una volta la formula di gioco.
Tuttavia, ci tocca anche chiederci: avrebbe senso? Pensiamoci; alla luce del nuovo impulso da gioco di ruolo subito a partire dal capitolo egiziano si è speso sentito parlare di uno snaturamento del franchise, laddove invece non c'è stato alcuno snaturamento, ma al più un semplice cambio di veste per elementi che comunque rimangono iconici. Proiettare un capitolo principale nel futuro e non nel passato, significherebbe snaturare completamente Assassin's Creed, in quanto verrebbe a mancare l'intera componente legata all'Animus. Questo franchise ha sempre fatto della storia il suo teatro, e anche da un punto di vista commerciale buona parte del suo successo è dovuto a questo continuo dualismo tra presente e passato, con le storie che si intersecano tra loro.
"Scoprire qualcosa nel passato per fare qualcosa nel presente" è la reale formula ludica che ha fatto il nome e la fama di questa saga, per cui tocca concludere che, per quanto accattivante possa essere la prospettiva, un Assassin's Creed ambientato nel futuro non sarebbe un Assassin's Creed, in quanto verrebbe a mancarne l'essenza stessa. Chiudiamo dunque con questa asserzione questo breve articolo, sul quale da tempo volevamo esprimerci. Sperando che vi sia piaciuto, ringraziamo come di consueto tutti i lettori giunti a questo punto!
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