AC ED ESTREMO ORIENTE - I TEMPI SONO MATURI!
- Connor1991
- 8 mar 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 3 apr 2021

Saga ormai decennale e celebre in tutto il mondo, Assassin's Creed ha sempre avuto la caratteristica unica di sfruttare la storia reale come teatro del proprio universo narrativo, permettendoci dunque di rivivere su schermo tutti quegli eventi che eravamo abituati a leggere solo sui libri di scuola. Un brand che ci ha permesso di apprezzare culture e luoghi lontani dai nostri, aprendo per noi una vera e propria finestra sul passato, in cui grandi battaglie, colpi di stato e scoperte geografiche fanno da palco scenico dell'epica guerra tra Assassini e Templari.
Che questo epico viaggio, iniziato con la Terra Santa delle Crociate, si sarebbe trasformato in un enorme tour storico, non se lo aspettavano nemmeno gli stessi sviluppatori di casa Ubisoft, e con il tempo hanno proposto le più disparate delle ambientazioni: dall'Italia rinascimentale, passando per l'America coloniale del XVIII secolo e terminando infine con le ben più antiche civiltà di egizi, greci e vichinghi.
Un totale di dodici capitoli principali che, sommati a tutti gli altri media del brand, ci hanno portato in lungo e in largo per il mondo. Assassin's Creed ha senza dubbio contribuito a risvegliare un amore profondo per la storia, al punto che negli anni i fan di tutto il mondo hanno innalzato interi cori per suggerire ad Ubisoft possibili ambientazioni per il suo capolavoro.

I giocatori più anziani del brand ricorderanno molto bene come tutti quanti desiderassimo un capitolo principale nella Grecia ellenica, o nella Rivoluzione francese e ancora in tante altre epoche storiche; queste richieste sono state tutto sommato soddisfatte.
Eppure, c'è un'area geografica che ancora, dopo tanti anni di richieste disperate da parte dei fan, non è mai stata presa in considerazione da Ubisoft per un capitolo principale di Assassin's Creed: l'Asia. Un continente che vede alcune tra le popolazioni più ricche di storia e cultura: la Cina, l'India e infine il tanto desiderato Giappone.
E ad onor della verità dobbiamo precisare che in realtà abbiamo già avuto modo di osservare più volte questi luoghi attraverso i media secondari del brand: si pensi ad esempio Assassin's Creed: Chronicles China, spin-off sviluppato in due dimensioni e mezzo per la vecchia generazione di console, oppure a mobile-games come Assassin's Creed: Memories, l'unico fino ad oggi ad aver dato una parvenza giapponese al franchise.
Tutte quante esperienza gradevoli in varia misura, ovviamente. Ma è anche vero d'altra parte un capitolo principale della serie, rimane sempre un capitolo principale della serie, nonché la più iconica e importante tra le esperienze in questo campo. La saga d'altronde nasce come serie di videogiochi per console casalinghe, e per quanto importante possa essere l'universo espanso, la continuità narrativa viene dettata fondamentale da quei dodici giochi.

Ebbene, con la nuova generazione di console ormai disponibile sul mercato, è arrivato ormai il momento per Assassin's Creed di aprirsi alle ambientazioni asiatiche, offrendoci un'esperienza di gioco ambientata in quelle terre e che ne esprima al massimo tutta la qualità culturale, storica e visiva.
Negli ultimi anni il mondo dei videogiochi ha un po' riscoperto il gusto orientale grazie ad acclamate produzioni come Sekiro: Shadow Die Twice e Ghost of Tsushima, e titoli in via di sviluppo come Black Myth: Wukong preannunciano che questa tendenza continuerà a spadroneggiare anche nella futura generazione ludica.
La stessa casa Ubisoft nell'ultimo periodo si è affacciata al mercato asiatico con alcuni piccoli media: il manhua Assassin's Creed: Dynasty è forse il più caratteristico fra questi esempi, ma di recente sono stati annunciati anche un nuovo mobile-game e un nuovo romanzo.
Insomma, è abbastanza chiara da parte della stessa software house l'intenzione di avvicinarsi al mercato asiatico; la strategia di Ubisoft sembra dunque puntare verso est, a discapito di tutti i rumors che nell'ultimo periodo hanno diffuso la voce di un prossimo capitolo ambientato nella Guerra dei Cent'Anni, e che inevitabilmente ci porterebbe ancora una volta dentro i confini europei.
E ovviamente nulla togliere al suddetto periodo storico, ma riteniamo più opportuno che con la nuova generazione di console venga proposto un letterale cambio di aria, anche perché la potenza di calcolo di PS5 e Xbox Series X rappresentano lo strumento perfetto per un nuovo ed inevitabile cambio di formula.
Le architetture orientali e l'antichissima cultura marziale di quei luoghi richiederebbero una inevitabile revisione del gameplay, e dal nostro punto di vista l'ideale sarebbe riscoprire la filosofia che fece da padrone con Assassin's Creed: Unity. Il capitolo francese è infatti uno dei più realistici mai prodotti, specie in termini di combat system: il dinamismo, l'animazione e lo spirito cinematografico che caratterizzarono gli scontri di Arno Dorian sarebbero secondo noi perfetti per rappresentare le arti marziali tipiche cinesi o giapponesi, magari reintegrando anche il concatenamento delle combo proposto con Assassin's Creed: Syndicate.
Il risultato finale dovrebbe essere un sistema di combattimento molto realistico in termini di ritmo, molto spettacolare visivamente, ma al tempo stesso non eccessivamente complicato a livello di comandi - potrebbe anche essere mantenuta la divisione in attacco leggero e pesante vista negli ultimi tre prodotti.

A doversi rifare a Unity dovrebbe in realtà essere il sistema di parkour, dato che tutti ricorderemo senza dubbio come questo fosse uno dei punti forti del gioco: critica e fandom hanno elogiato il sistema di movimento del capitolo francese, per il suo realismo e le sue animazioni.
Riproporre lo stesso sistema di scalata, divisa in ascendente e discendente, potrebbe agevolare il movimento tra le grandi architetture cinesi e giapponesi, che già in epoca medievale avevano dimensioni considerevoli rispetto all'urbanistica europea. Concettualmente dunque, il capitolo orientale ideale vedrebbe la riproposizione delle meccaniche di Unity nel contesto di un open-world più esteso della singola Parigi - un metro di paragone potrebbe essere la mappa di Ghost of Tsushima misura approssimativamente 28 miglia quadre, mentre quella di Assassin's Creed: Origins circa 70 miglia quadre.
Con la potenza hardware delle nuove console non dovrebbe essere complicato ricostruire un modo di gioco delle stesse dimensioni e con lo stessa qualità grafica del capitolo francese, potendo la piattaforma reggere il software in tutte le sue meccaniche e texturizzazioni.
Ma come abbiamo sempre detto, a fare il livello di un Assassin's Creed in quanto tale è il suo contesto narrativo e il suo intreccio; prima accennavamo al fatto che Ubisoft stesse cercando di ritagliarsi uno spazio nel mercato orientale attraverso piccoli prodotti come manhua, romanzi e giochi mobile. Ebbene, per quanto secondari, questi articoli secondari stanno contribuendo a gettare la base di lore da cui in futuro potrebbe svilupparsi la narrazione di un capitolo principale: vedasi ad esempio Dynasty e il suo racconto della prima Confraternita cinese degli Assassini.

In conclusione, è certo che in un futuro, prossimo o remoto che sia, avremo un capitolo orientale. Se è vero che il mercato comanda, quel giorno non dovrebbe essere troppo lontano, anche perché l'attuale generazione di console presenta tutte le carte in regola per supportare un Assassin's Creed come non se ne sono mai visti. Dal canto suo, l'estremo oriente offre luoghi e scenari narrativi ideali per la realizzazione di un simile progetto.
Quel che ci rimane da fare è attendere e sperare che, finalmente, anche questo desiderio di noi fan venga finalmente soddisfatto. A far bene sperare, è un vecchio concept art comparso questa estate sul profilo ArtStation di John Bigorgne, concept artist di Ubisoft presso la sede di Montréal, e che ha già lavorato in passato sul brand.
Certo, è pur vero che il disegno è stato dichiarato come molto vecchio, ma se consideriamo che i lavori per Assassin's Creed: Origins erano già cominciati ad inizio 2015, dunque a quasi 3 anni complessivi dall'uscita del gioco, potrebbe essere ben più di un semplice artwork fatto per puro diletto. Per stimolare la vostra immaginazione, ad ogni modo, lasciamo di seguito altri artwork di Chao Yuan Xu.
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