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IRA DEI DRUIDI E AC IN SUD AMERICA - PARLANO I NARRATIVE DIRECTOR

  • Immagine del redattore: Connor1991
    Connor1991
  • 12 apr 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 10 mag 2021



Nel mezzo di tutti i rumor che coinvolgono l'ambientazione del prossimo capitolo principale di Assassin's Creed, spuntano a sorpresa alcune dichiarazioni sull'ormai imminente primo DLC di Valhalla, che ormai sappiamo essere L'Ira dei Druidi.

Questa espansione ci porterà nell'Irlanda del IX secolo, permettendoci di esplorare città come Dublino e assaporare nuovissime e stupefacenti ambientazioni, senza trascurare ovviamente una storia inedita che, dalle dichiarazioni ufficiali, vedranno la nostra Eivor Varinsdottir affrontare un temibile culto gaelico noto come Figli di Danu.


Le dichiarazioni citate in precedenza arrivano direttamente dalla bocca dell'Associate Narrative Director dell'espansione, Hugo Sahuquet, che si è speso ai microfoni di Thegamer.com in una lunga intervista. Di seguito riportiamo tutti i maggiori dettagli che sono stati snocciolati dallo sviluppatore in merito al DLC:


  • L'espansione comincia circa 80 anni dopo l'arrivo dei vichinghi in Irlanda e sono passati 40 anni da che hanno messo piede a Dublino. Avremo dunque a che fare con le prime generazioni di cultura norreno-gaelica, dato che per ragioni ancora non chiare, i vichinghi si integrarono più rapidamente con gli irlandesi che con i sassoni, dando anche il via a tradizioni matrimoniali tra le due culture.


  • Di conseguenza, Dublino farà respirare aria di cosmopolitismo, e sarà una città molto diversa dalle altre che abbiamo visto finora. Nota a margine: alcune indiscrezioni recenti vorrebbero Eivor in grado di potenziare alcune attività della città, come fabbri e tatuatori.

  • L'espansionismo vichingo in Irlanda si era già completato dunque, con gli invasori che erano stati sconfitti dal Re Supremo Áed Findliath e ricacciati in Inghilterra. Unica vittoria norrena in terra gaelica fu l'inizio della stirpe etnica tra le due culture.

  • Proprio per armonizzare questi popoli un tempo in guerra, venne scelto un uomo di stirpe norreno-gaelica come Re di Dublino, un personaggio storico il cui nome è Bárid mac Ímair. Questi ascese al trono per volere di Áed, per motivi storicamente sconosciuti, ma che nel gioco verranno imputati proprio alla sua duplice origine, rendendolo un uomo perfetto per governare le due facce di Dublino.

Storicamente, si dice che Halfdan Ragnarsson tentò più e più volte di conquistare l'Irlanda. Che il burbero jarl norreno ricompaia nel DLC?
  • Un panorama tanto idillico non porta ovviamente gli sviluppatori a ingentilire la storia vichinga: per essere quanto più fedeli possibile al periodo storico, Ubisoft Bordeaux ha chiamato come consulenti due esperti del settore: la professoressa Clare Downham dalla Liverpool University e Sean Duffy dal Trinity College Dublin.

  • Aggiungiamo di nostra spontanea volontà una piccola speculazione, non citata da Sahuquet: da quanto viene raccontato, Bárid governò come co-reggente di Dublino insieme ad un altro uomo di stirpe norreno-gaelica. Costui era un tale Oistin, che nell'anno 875 venne ucciso in battaglia da alcuni invasori vichinghi comandati, si dice, da Halfdan Ragnarsson. Il leggendario conquistatore vichingo è ricordato per aver più volte tentato di conquistare il suolo irlandese, morendo infine nella Battaglia di Stanghford Lough avvenuta nell'anno 878. Avremo dunque il piacere di rivedere anche Halfdan nel DLC?

  • Altro personaggio portante del DLC sarà il Re Supremo d'Irlanda regnante all'epoca, ovvero Flanna Sinna. Come era costume tra i sovrani gaelici, egli reclutò diversi mercenari vichinghi per rinforzare le sue armate, con le quali intraprese diverse campagne militari. Il DLC comincia proprio a partire da questa tendenza storica dell'epoca, per cui presumiamo che Eivor e il Clan del Corvo saranno uno dei tanti clan reclutati dagli irlandesi.

Ricordiamo che L'Ira dei Druidi sarà disponibile a partire dal 29 aprile.

Sempre dal portale Thegamer.com, spunta a sorpresa, nelle ultime ore, una seconda intervista ad uno dei più abili sviluppatori del franchise di Assassin's Creed, che con un solo capitolo è già stato capace di farsi un nome tra i fan: Alain Mercieca, Narrative Director per Assassin's Creed: Origins e co-scrittore a fianco di Darby McDevitt per Valhalla, si è sbottonato circa le future ambientazioni che vorrebbe vedere nel futuro della saga.


Mercieca si presenta ai microfoni come un viscerale appassionato di storia, che senza pensarci due volte, si getterebbe di testa in un qualsiasi gioco ambientato a Malta, ricreando a sua detta l'originale Approdo del Re vista nella pluripremiata serie televisiva Game of Thrones. Sempre lo scrittore ha declinato la possibilità con toni scherzosi, dicendo che già da sé un Assassin's Creed dalla bandiera maltese suona come un fake.

Proprio per questo, i suoi occhi volgono da tutt'altra parte: mentre i fan sognano Cina e Giappone e gli insider prospettano una permanenza sul suolo europeo, Mercieca indica il Sud America pre-colombiano come futuro, possibile setting dell'epopea del Credo.


Egli sa bene che la serie in passato si è già avvicinata con passi molto timidi a quelle specifiche culture e ambientazioni storiche, sia in Black Flag sia attraverso media secondari, ma è un suo desiderio recondito che vengano esplorare fino in fondo:


"Su una scala più grande, ho come la sensazione che il Sud America abbia un ricco arazzo di culture ancora tutte da esplorare per il brand. Dagli Inca ai Conquistadores spagnoli, è un periodo davvero affascinante. Credo che Black Flag lo abbia già toccato, ma io sono più incline al Brasile."

La saga di Assassin's Creed ha già toccato leggermente la cultura pre-colombiana in alcuni media secondari, ma è desiderio di Mercieca che queste diventino palco scenico di un capitolo principale.

A dispetto di ogni possibile rumor, sono queste le parole che vengono direttamente dalla bocca del caval donato. Ovviamente non è un indizio sul prossimo Assassin's Creed, ma ci sono già stati dei precedenti per cui madre Ubisoft abbia soddisfatto i desideri di un suo dipendente: quando Ashraf Ismail disse che avrebbe tanto voluto un capitolo in Egitto, venne di lì a poco assegnato allo sviluppo di Origins.

Senza considerare che, come detto da Mercieca stesso, il franchise ha già avuto a che fare con queste civiltà: non sono la Tulum di Black Flag, ma ricordiamo anche l'avventura di Giovanni Borgia in Messico a fianco di Hernàn Cortés, presso la corte imperiale azteca di Tenonchtitlan; quest'ultimo evento raccontato nel gioco spin-off Project Legacy.

Anche la produzione fumettistica ci ha portato una seconda volta in era-precolombiana, raccontandoci di Quila, una cashqui inca alleata di alcuni Assassini spagnoli e antenata di Charlotte de la Cruz. Insomma, se in un eventuale futuro le aspirazioni di Alain Mercieca dovessero convergere in un nuovo capitolo della saga a tinte sud-americane, lo scrittore ha già tanto materiale di lore da cui poter attingere.



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